jueves, 4 de marzo de 2010

ISOLE MALVINAS, RAPPRESENTANTI ITALIANI E PARLAMENTO EUROPEO

Estimados amigos,

compartimos con ustedes un artículo escrito por nuestro Vice Presidente 1° y ex Presidente de FACA, Dr. Franco Fiumara relacionado al conflicto por la Soberanía de la Argentina sobre las Islas Malvinas.

Nuestra Federación renueva su compromiso en la causa de Malvinas como lo afirmara en 1982 donando una importante cantidad de dinero en apoyo a las tropas argentinas y en 2007 organizando el "Primer Homenaje de la Comunidad Italiana a los Combatientes y Caídos en la Guerra por las Islas Malvinas", organizado conjuntamente con la Comisión de Familiares de Caídos en las Islas Malvinas.

Cordiales saludos,

F.A.C.A.
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ISOLE MALVINAS, RAPPRESENTANTI ITALIANI E PARLAMENTO EUROPEO

Sin dall’assunzione della gestione della Federazione delle Associazioni Calabresi in Argentina, e nel mio ruolo di rappresentante (Consulente) della Regione Calabria nel mio Paese di residenza, nei diversi fori politici e culturali della collettività italiana da tempo insistiamo in maniera costante sulla necessità che Paesi quali la Spagna e l’Italia, che in questa terra hanno le più grandi collettività nel mondo, comprendano l’esigenza di far sì che la Gran Bretagna riprenda i negoziati con l’Argentina, al fine di risolvere in maniera definitiva la questione della sovranità sulle isole in favore del nostro Stato, così facendo cessare quella politica del colonialismo ormai storica che nulla ha a che vedere con l’autodeterminazione dei popoli, soprattutto laddove la porzione di uno Stato viene usurpata come colonia da un altro Stato imperialista.
Sin dal 1833 in maniera ininterrotta e pacifica abbiamo chiesto la cessazione dell’occupazione coloniale senza ottenere alcun successo, ma ottenendo in ogni caso il riconoscimento sudamericano della nostra sovranità.
Il popolo argentino vede con rammarico il confronto bellico provocato dal nostro Paese nell’aprile del 1982 da un governo illegittimo, del tutto improvvisato e disperato, le cui uniche intenzioni erano quelle di preservare il potere, senza alcuna pietà nei confronti dei giovani e coraggiosi cittadini argentini (molti di essi aventi la doppia cittadinanza) adempienti l’obbligo della leva militare e che hanno coraggiosamente combattuto (come riconosciuto dalle stesse truppe britanniche) senza avere alcuna preparazione, a differenza di alcuni militari di carriera e membri della marina come il criminale Alfredo Astiz (il quale, al primo sparo in combattimento nelle isole Georgia si arrese, mentendo ancora una volta al nobile popolo argentino). Conosciuto anche come “l’Angelo della Morte”, Astiz venne trasferito in un carcere britannico e, paradossalmente, anzichè essere consegnato alla Francia o alla Svezia, dietro richiesta di Margaret Thatcher che invocò la Convenzione di Ginevra, venne più tardi riportato nel nostro Paese quando ormai esistevano richieste internazionali di cattura per crimini contro l’umanità, come ad esempio le torture e la scomparsa dell’argentina-svedese Dagman hagelin, i calabresi Angela Maria Aieta, Susana e Giovanni Pegoraro, o ancora le suore francesi Alice Domon e Leonie Duquet, le cui sole armi erano un rosario e la Bibbia, contro la brutale criminalità di questo individuo privo di scrupoli che fu responsabile di molte altre sparizioni, dimostrando l’errata politica della Giunta Militare nel caso Malvinas.
Dobbiamo anche riconoscere i successivi errori per riprendere e affrontare un tema così delicato per la democrazia che stava nascendo, la quale aveva numerosi inconvenienti da risolvere. Fra questi, i giudizi ai vertici militari faziosi, i quali sono stati un esempio per le democrazie nel mondo intero, e che hanno condannato numerosi militari per crimini contro l’umanità; e altri per la negligenza e l’inerzia dimostrata nel condurre verso un simile conflitto bellico. Tuttavia questo ostacolo non conferisce alcuna legittimità alla politica estera colonialista della Gran Bretagna, Stato invasore e usurpatore sin dal 1833.
Questo fallimento ha messo in rilievo una parola piccola ma con una connotazione maiuscola, cui la maggior parte dei popoli ambiscono, la parola “pace”. Mantenerla vuol dire che tutti possiamo pensare in maniera diversa, esprimerci allo stesso modo e muoverci liberamente, senza che nessuno ci fermi. Per questo, esistono delle politiche lineali che devono essere concordate tra i diversi settori politici, in vista del bene comune, e allo stesso modo trasferite verso la diplomazia per la convivenza tra gli Stati e loro rappresentanti. Attraverso quest’ultima, in più di un’occasione si sono venuti a creare dei legami indissolubili per un’enorme quantità di cittadini che, per un motivo o per un altro, vengono protetti da diversi Paesi nei loro territori sovrani in varie epoche. Non esiste miglior esempio che quello dell’Argentina nei confronti dell’Italia e la Spagna, che in maniera reciproca hanno fatto così tanto l’uno per l’altra. L’eredità del lavoro di questi immigranti rimarrà come un legato per le varie generazioni. Le stesse saranno influenzate da queste collettività così dedite al sacrificio, che hanno insegnato al nostro Paese i valori del lavoro, l’educazione dei figli cittadini argentini e la preservazione delle tradizioni riflessa attraverso più di 1500 associazioni civili senza scopo di lucro create per una così nobile finalità.
Decenni più tardi, con riferimento alla comunità italiana e spagnola, questi organismi non governativi senza alcuna ingerenza in politiche di partito attive, hanno dato all’Italia circa 550.000 voti (e altrettanti alla Spagna) la cui incidenza nell’elettorato penisolare è minima, ma ciò è comunque servito a costituire un Ministero di Italiani all’Estero (con Mirko Tremaglia Ministro di un governo di centro-destra) e la susseguente elezione di un Governo Nazionale con a capo Romano Prodi (orientamento di centro-sinistra) grazie al contributo dei cittadini residenti all’estero. Ora, cosa hanno a che vedere i parlamentari eletti nella ripartizione America Meridionale con le Malvinas, e conseguentemente con il Parlamento Europeo? La risposta è molto semplice e di seguito procederò ad enumerare gli elementi che uniscono questi criteri.
In primo luogo le Malvinas rappresentano una questione che attiene all’America Meridionale, come storicamente sostenuto in maniera solidale e permanente da tutti gli Stati di questo continente dinanzi all’Organizzazione degli Stati Americani, l’ONU e altri organismi internazionali. Si tratta di una questione molto delicata per gli argentini, anche per quelli che possiedono la doppia cittadinanza (come è il mio caso e quello di tanti altri), così come la questione Gibilterra per la Spagna.
In secondo luogo, i Senatori e Deputati italiani eletti in questo continente, di cui alcuni nati in questo Paese, risiedono qui come immigranti (logicamente fra essi vi sono alcuni che abbiamo appoggiato a livello istituzionale) e, a mio modesto avviso, dovrebbero interessarsi a questa problematica che attraversa la sovranità argentina, lasciando da parte i diversi interessi politici e di partito per un tema così delicato e peculiare che non può essere risolto con denaro. Sono di quest’idea perchè, al di là di quanto sopra detto sulle questioni politiche non sviluppate in maniera opportuna, o semplicemente sbagliate o disattese da alcune amministrazioni governative argentine in diverse epoche sin dal 1833, sarebbe questa un’occasione storica in cui i due Senatori e i tre Deputati italiani (così come alcuni di essi non hanno avuto alcun inconveniente a difendere gli interessi commerciali di aziende italiane su cui, come ho già detto, non emetto alcun giudizio in quanto non è questo il nucleo del presente dibattito) prenderebbero questa bandiera con determinazione e convinzione in favore del nostro Paese, dinanzi alle rispettive Camere e partiti di appartenenza. Possono anche dire che mi sbaglio, forse si, forse no, ma il tentativo val la pena, soprattutto se coordinato con il Ministero degli Affari Esteri e le commissioni pertinenti del Parlamento argentino.
Questo tema viene in rilievo perchè in definitiva, in virtù delle direttive politiche dei partiti in Italia, sia di destra che di sinistra, le forze politiche hanno presentato una mozione attraverso i loro rappresentanti nel Parlamento Europeo, affinchè intervengano per la tutela patrimoniale delle loro aziende. Tuttavia nulla è stato ancora detto in seno al Parlamento Europeo sulla situazione delle Malvinas, Isole Georgia e Sandwich del Sud e Antartide, a difesa degli italo-argentini e italo-spagnoli che stiamo subendo questo interminabile conflitto, il quale deve pur finire attraverso una via pacifica.
In terzo luogo, purtroppo dobbiamo tener presente l’entrata in vigore nel mese di dicembre del 2009 del Trattato di Lisbona dell’Unione Europea, il cui Allegato II annovera le Isole Malvinas e isole circondanti, e l’Antartide Argentino-Cilena tra i territori d’oltremare di uno Stato Membro dell’Unione (la Gran Bretagna). Non vi è stata nessuna opposizione o astensione (al contrario di quanto avvenuto nel 1982 nelle votazioni in seno all’Assamblea dell’ONU da parte dei rappresentanti dell’Italia e della Spagna) degli europarlamentari italiani o spagnoli. Questa gravità istituzionale proveniente da un continente che ha sofferto le sequele belliche più gravi nella storia dell’umanità, e che tra le sue problematiche principali ha avuto per l’appunto quella dell’espansionismo territoriale (salvo ovviamente notevoli differenze) dimostra una tremenda insensibilità nei confronti di Stati come l’Argentina, il Cile, il Brasile o lo stesso Uruguay, i quali dinanzi alle avversità hanno saputo proteggere milioni di emigrati (come la mia stessa famiglia e quella di tanti lettori) offrendo rifugio e prosperità in base ai loro sacrifici personali e alle possibilità che gli Stati americani offrivano all’epoca. Alcuni decenni più tardi questi flussi migratori hanno portato il voto, e l’Italia ha innovato la storia delle scienze politiche con rappresentanti del luogo di residenza in Parlamento, sia a livello territoriale (dividendo il mondo in Circoscrizioni, attribuendovi Senatori) che rispetto ai cittadini residenti all’estero (conferendo loro dei Deputati).
Per quanto sopra esposto, ritengo che se i parlamentari italiani eletti nella ripartizione America Meridionale sono in grado di rappresentarci come doppi cittadini, e difendono gli interessi delle aziende (ripeto, in questo articolo non ne giudico la legittimità o meno), essi dovrebbero intervenire anche a tutela del patrimonio territoriale nazionale che li ha dato rifugio o li ha addirittura visti nascere. Questa inquietudine dovrebbe giungere al Parlamento Italiano, vista la sua rilevanza, e attraverso di esso al Parlamento Europeo, al fine di riconsiderare che nella sua carta istitutiva (addirittura con reclamo diplomatico dello Stato Vaticano) sostengono in sostanza uno Stato colonialista, a scapito degli interessi sovrani dello Stato argentino che in epoche di conflitti ha saputo offrire loro aiuto.
Sappiate signori Legislatori che, oltre al petroleo e alle ricchezze ittiche, il Regno Unito ha un asso nella manica, che è costituito da una delle ricchezze più “potabili” in futuro, ossia l’acqua dolce che Dio ha saputo creare in questa parte del mondo.
Per questo motivo, e come suggerimento per il potere a Voi delegato tramite i nostri voti, imploriamo che in maniera pacifica e definitiva rappresentiate questo nobile popolo dinanzi ai restanti europarlamentari, affinchè l’errore commesso all’interno del Trattato di Lisbona venga corretto, e venga riconosciuto che la Gran Bretagna è una potenza colonialista con territori al di fuori del continente europeo che appunto complicano ed implicano il Sudamerica in generale (come ha recentemente affermato il Presidente Lula) e l’Argentina in particolare.

Dott. Franco M. Fiumara
Dottorando in Scienze Politiche
Giudice Penale

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